La “cosa” che ho deciso di trattare è la Nassa.
Nel post#2 ho spiegato brevemente cos’è l’attrezzo, qui invece vi svelerò il perché di questa scelta.
Sin da piccola, la cosa che più mi affascina è passeggiare per le vie di Taranto Vecchia. La mia preferita in assoluto è “Via Garibaldi”, una delle due vie che creano il confine dell’isola e che proprio per questo svela due lati totalmente opposti della città. Sulla parte sinistra troviamo una muraglia di case e vicoli così piccoli che non riesci a distinguere ciò che c’è all’interno, sulla parte destra invece, il mare, le barche, i pescatori.
Si può ben immaginare l’atmosfera di questo luogo, avvolta da un profumo di mare e pesce fresco che aumenta passo dopo passo, grazie alle innumerevoli bancarelle di pescatori pronti a guadagnare sul pesce appena pescato.
Ognuno di loro si posiziona davanti alle proprie imbarcazioni piene di attrezzi, esche, stivali, nasse.
Da piccola non ho mai capito la funzione delle nasse.
Vedevo tra i vicoli della città vecchia uomini intrecciare fili come se stessero cucendo e poi trovavo i lavori finiti sulle barche, vicino al mare, tutte bagnate e piene di alghe.
Pensavo solo che sarebbe stato molto bello averne una a casa come elemento d’arredo, magari come una lampada nella mia camera.
Era l’unica cosa che per me in quel luogo stonava ed invece ad oggi è la prima cosa che mi viene in mente quando penso a Taranto Vecchia.
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